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Post by ilSignorCarlo Sat 19 Jan 2008, 15:15

E' il primo post a trattare un argomento giuridico, o sbaglio? E alla faccia di Shelby lo sto facendo io :P

Sul sito Copyleft Italia hanno aperto una sezione speciale dedicata alle licenze Creative Commons, al seguente indirizzo: http://www.copyleft-italia.it/cc/

E' molto interessante e ben fatta. All'interno ci sono dei link a pagine e documenti (video, testi etc.) esplicativi e più o meno tecnici (in senso giuridico/legale, più che informatico).

Per chi non avesse idea di cosa siano tali licenze, in breve: sono come un'integrazione a quello che stabilisce il Copyright (quello del marchio con la C cerchiata), cioè la protezione di qualsiasi diritto, offrendo la possibilità, invece, di concedere certi diritti, a chi fa uso dell'opera, a discrezione dell'autore.

Per spiegazioni più approfondite vi consiglio di guardare questo video: Diventa Creativo

Nel video ci sono anche i White Stripes, tanto per stuzzicarvi l'appetito.

E poi consiglio di navigare fra le varie pagine :D
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Post by Shelby Sat 19 Jan 2008, 15:20

ilSignorCarlo wrote:E' il primo post a trattare un argomento giuridico, o sbaglio? E alla faccia di Shelby lo sto facendo io :P

sinceramente ho constatato che l'argomento [eventuali questioni giuridiche] non interessa a nessuno e non ho insistito Creative Commons 706892:
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Post by Ninus Sat 19 Jan 2008, 16:51

Secondo me licenze che siano più "ampie" riguardo a diritti di terzi di poter copiare, distribuire, eseguire gratis un'opera intellettuale nel rispetto delle direttive date dall'autore, oppure utilizzabili solo per fini non commerciali, sempre gratis, o che l'opera sia riprodotta in modo identico all'originale o che si distribuiscano lavori derivati dall'opera solo con eguale licenza possono far diminuire gli introiti che gli autori percepiscono al giorno d'oggi.
Non è un caso che nessuno fa la CC, ad esempio nel mercato musicale, e tutti si iscrivano alla Siae. S'inscrivono alla Siae perchè tutela maggiormente i diritti.

Fin quando ci sarà la Siae tutti o la maggior parte degli autori andranno da essa perchè più favorevole, ed eventuali proclami, pubblicità o qualsiasi altro discorso "morale" riguardante la "pubblicità delle idee" creerà indifferenza.

Se invece si vuol decidere di abolire legalmente la Siae e vietare attività private equivalenti ad essa cambia tutto.

Chi scriverà un libro, una canzone?
Mettiamo che ai suoi tempi De Andrè scrive una canzone e dopo una settimana esce la versione zalla da discoteca che ha molto più successo e mettiamo che malauguratamente il cantautore ha stipulato una licenza CC senza obbligo di riproduzione identica....che razza di ordinamento permetterebbe ad un mediocre Dj di farsi una fortuna su un'idea altrui in modo completamente gratuito?

Questo nel campo musicale, ma credo che sia lo stesso in altri ambiti, quali quelli degli ingegneri informatici.

In una situazione in cui si mettono fuori legge dei livelli alti di protezione sulle opere intelletuali si va in contro a due cose:

a) l'immoralità di fare soldi su un'idea altrui
b) la possibilissima situazione nella quale gli autori che più inventano non hanno nessuna o una bassissima remunerazione e probabilmente se delle persone non possono "vivere" inventando qualcosa faranno tali attività come "secondo lavoro" o per "hobby" con evidente perdita di professionalità in queste attività.

Quindi sono contro l'abolizione della Siae. Se CC è meglio, che lo dicano gli autori iscrivendosi all'uno o all'altro. Secondo me vince Siae. Creative Commons 207830
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Post by ilSignorCarlo Sat 19 Jan 2008, 17:54

A me sembra leggermente diversa la situazione, almeno leggendo un po' in giro e considerando la mia pressoché totale ignoranza in materia giuridica. A quanto ho capito, la SIAE non ha niente a che vedere con il riconoscimento della paternità dell'opera, che, invece, viene garantito dalla legge italiana sul diritto d'autore:

l'art. 2576 c.c. e l'art. 6 della legge sul Diritto d'Autore dispongono che l'acquisizione del diritto è dato dal solo fatto della creazione dell'opera. L'art. 106 della legge sul Diritto d'Autore dispone che l'omissione del deposito, della pubblicazione o della registrazione dell'opera, non pregiudica l'acquisizione e l'esercizio del Diritto d'Autore, spetterà a chi contesta tale qualità e assume che l'opera non è stata creata da chi si è qualificato come autore, dare la prova del proprio assunto. La SIAE non tutela alcunché come d'altra parte anche le licenze CC: in Italia è la legge sul diritto d'autore che tutela gli artisti. Il deposito presso la SIAE di un brano come testimonianza della paternità dell'autore è una prova ne più ne meno valida di una pubblicazione di un brano presso un sito, fermo restando che per la legge non è necessario ne il deposito ne la pubblicazione per riconoscere la paternità di un brano al suo legittimo autore.

Inoltre, nel discorso che fai tu, Ninus, mi sembra che non tieni in considerazione il fatto che di licenze Creative Commons ne esistono di più tipi e l'autore è libero di scegliere fra queste. Ad esempio, se non vuoi che la tua opera venga modificata da altri e ridistribuita, esiste un bollino apposito.

La principale differenza è che con l'utilizzo di tali licenze non hai vincoli di alcun tipo e decidi tu cosa fare del tuo lavoro. Puoi vendere ad esempio i brani in rete a un prezzo accessibile. Questa, secondo me, sarebbe la scelta più ovvia per un gruppo emergente.

- Si salterebbero infatti gran parte dei costi di produzione e distribuzione di un eventuale cd, che sono tanti;
- ci si affaccerebbe direttamente su un mercato immenso;
- probabilmente si avrebbero anche più introiti, visto che da gruppo emergente non è facile vendere cd nei negozi. I brani potrebbero essere venduti anche 1 euro ciascuno e in questo caso molti sarebbero disposti a rischiare la spesa, peraltro misera;

Se sembra assurdo, perché in questo modo nessuno comprerebbe, ma scaricherebbe gli mp3 tramite emule o altro, beh, non mi pare che succeda diversamente con i cd. Due giorni dopo l'uscita di un cd, in rete trovi tutte le canzoni. Il prezzo ridotto di un singolo mp3, invece, potrebbe spingere molti a seguire vie legali per l'acquisto di musica.

Il sistema funziona anche con i libri, comunque e un esempio concreto e vivente sono i Wu Ming, i quali pubblicano con Einaudi, ma a un certo punto rilasciano anche le loro opere sotto Creative Commons. Non mi sembra, perciò, chissà quale utopia.
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Post by Ninus Sat 19 Jan 2008, 21:49

Il deposito presso la SIAE di un brano come testimonianza della paternità dell'autore è una prova ne più ne meno valida di una pubblicazione di un brano presso un sito, fermo restando che per la legge non è necessario ne il deposito ne la pubblicazione per riconoscere la paternità di un brano al suo legittimo autore.

Appunto è una prova, ma non so se equivalente quando si va in Tribunale rispetto alla pubblicazione su un sito. I dipendenti Siae sono pur sempre dei pubblici ufficiali. La tua prova è valida fino a querela di falso e non fino a prova contraria, com'è quando porti un sito web. E' più forte la tutela.


Puoi vendere ad esempio i brani in rete a un prezzo accessibile. Questa, secondo me, sarebbe la scelta più ovvia per un gruppo emergente.

La Siae non lo impedisce.

Se si fa una licenza creative commons con le condizioni: attribuzione, non commerciabile, non opere derivate, praticamente possono soltanto duplicare l'opera e diffonderla senza modifiche e profitto legalmente, quindi si legalizza di fatto il download. Questa sembra l'unica differenza con la licenza "tradizionale". Se è questo l'obiettivo tanto vale legalizzare il download, però con le ripercussioni di perdita di professionalità del precedente intervento se ne deriva una diminuzione degli introiti all'autore.
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Post by ilSignorCarlo Sun 20 Jan 2008, 14:29

Ninus wrote:Se si fa una licenza creative commons con le condizioni: attribuzione, non commerciabile, non opere derivate, praticamente possono soltanto duplicare l'opera e diffonderla senza modifiche e profitto legalmente, quindi si legalizza di fatto il download. Questa sembra l'unica differenza con la licenza "tradizionale". Se è questo l'obiettivo tanto vale legalizzare il download, però con le ripercussioni di perdita di professionalità del precedente intervento se ne deriva una diminuzione degli introiti all'autore.

Però tu consideri, secondo me, sempre il punto di vista di un musicista affermato. Se Vasco Rossi fa un cd, sa che comunque un gran numero di gente lo comprerà, non gliene frega nulla, a meno che non si ponesse un problema di natura diciamo etica e decidesse di scavalcare editori e altro per abbattere i costi e diminuire il prezzo.

Ma diciamo che io, Carlo, registro un paio di canzoni per conto mio e voglio diffonderle, magari guadagnoci qualcosina. O mi metto a cercare una casa discografica che mi produca, mi finanzi, mi paghi la SIAE, la stampa del cd, la distribuzione etc., o sono ricco e mi pago tutto da solo o penso a sistemi alternativi.

Potrei utilizzare qualche sito per la vendita di brani online (o qualcosa di simile, immagino esista) e mettere, che so, un brano disponibile gratuitamente e gli altri a poco prezzo e preoccuparmi da solo di sponsorizzarmi, in maniera sicuramente più rapida, ma soprattutto più economica. Che ci vuole a fare un po' di passaparola su internet? Oltre al sito dove mettere in vendita brani, ci saranno altri sistemi per auto pubblicizzarsi, ci sono i motori di ricerca dedicati unicamente alle opere CC (Creative Commons), ci sono mailing list apposite dove poter notificare cose di questo genere. Nel giro di 2 giorni sono sicuro che tanti avranno comprato almeno uno dei miei brani, o anche solo ascoltato quello gratuito. Se avessi fatto un cd, quanti di quelli avrebbero sentito il mio brano? Come sarei arrivato a loro, non chiamandomi Vasco Rossi?

In ogni caso, a parte questo discorso, per la tutela della propria opera, esiste quest'altro metodo, economico, che ha valore legale: http://www.costozero.org/wai/u2.html
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Post by Ninus Sun 20 Jan 2008, 16:02

In ogni caso, a parte questo discorso, per la tutela della propria opera, esiste quest'altro metodo, economico, che ha valore legale: http://www.costozero.org/wai/u2.html

Non sono però pubblici ufficiali. Tutela minore.

Ma la Siae impedisce di vendere brani online?
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Post by ilSignorCarlo Sun 20 Jan 2008, 16:03

Ninus wrote:
In ogni caso, a parte questo discorso, per la tutela della propria opera, esiste quest'altro metodo, economico, che ha valore legale: http://www.costozero.org/wai/u2.html

Non sono però pubblici ufficiali. Tutela minore.

Ma la Siae impedisce di vendere brani online?

Eh, non sono riuscito a capirlo bene.
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Post by Già Tue 29 Jan 2008, 18:46

Sono un luminare in materia...sopratutto perchè ho approfondito fortemente l'argomento in occasione del primo disco dei SP...e il post mi stuzzica molto...
Secondo me ...bisogna allontanarsi molto dal discorso ALTERNATIVI...andare contro i poteri forti...ecc..ecc..e allo stesso tempo allontanarsi anche dal discorso SOLDI...e tutela...
Ora devo tornare alla mia quotidianità lavorativa altrimenti mi tolgono la tutela dei figli causa mancato assegno familiare stabilito da argomentazione e versetto due della SIAE in quanto esecuzione di brani tutelati in pubblico e dai valori UNIVERSALI e UNIVERSALMENTE RINOSCIUTI della CC causa siamo tutti liberi e facciamo quel che cazzo vogliamo...
Domani mi dedicherò seriamente a questo post...
(ma adesso lascio anche appuntamenti sul Forum?...oggi non è proprio giornata devo misurarmi la pressione e il pene!)
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